Descrizione
In questo CD Mario Crispi ha coinvolto alcuni musicisti siciliani che, come lui nomadi del mondo musicale, hanno supportato il sound, le timbriche e la poetica di Arenaria, come Enzo Rao, Massimo Laguardia, Giuseppe Lomeo, Maurizio Curcio
musicisti
Mario Crispi voce, duduk armeno, flauto ad imboccatura modificata, maui xaphoon hawaiano, seljefløyte lappone, quartara siciliana, ney persiano, arghoul egiziano, sikus boliviano, whirlies, caval rumeno, djdjeridoo aborigeno, friscalettu long’a mmatula siciliano, marranzanu siciliano, santur persiano, tamburi a cornice, human beat box, programmazione
Enzo Rao violino (1-3-4-5-7-13), contributi melodici (1-3-7-13)
Giuseppe Lomeo chitarra acustica, elettrica ed arco (1-2-3-4-6-7-8-13), contributi melodici (3-6-7-8-13)
Maurizio Curcio Chapman stick e contributi alle linee di basso (1-4-8-10)
Massimo Laguardia tamburi a cornice (1-2-3-4-6-7-8-9-10)
ospiti speciali
Salvatore Bonafede improvvisazioni al piano (8-9-10),
Francesco Calabria inserimenti da web radio dal vivo (2),
Sergio Laviola chitarra classica modificata (6-7)
Rajaz inserimenti dub e programmazione (2)
GliArchiEnsemble orchestra d’archi (4):
Domenico Marco, Salvatore Tuzzolino, Fabio Catalano, Domenico Pirrone, Vincenzo Cesare, Alberto Franchin, violini
Vincenzo Schembri, Giuseppe Brunetto, viole
Giorgio Gasbarro, Francesco Pusateri, celli
Registrato in Sicilia tra l’estate 2007 e l’estate 2008 a:
Grotte della Gurfa (Alia), Tomba del Principe (Sant’Angelo Muxaro), Mercato Ittico (Palermo) Palazzo Mineo – torre sud ovest (Palermo) Alcara Li Fusi (Messina) Calamonaci (Agrigento) Cinisi (Palermo) Monreale (Palermo) I Candelai (Palermo)
registrazione, editing e missaggi Mario Crispi
composizioni, testi e arrangiamenti Mario Crispi
coordinamento di produzione Antonello Oliva
una produzione Mario Crispi e Suono Records – 2008
distribuzione EGEA
copertina Salvo Fundarotto
foto Salvo Fundarotto, Cinzia Garofalo (CG) Mario Crispi (MC)
grafica Oimar Spiric
masterizzazione Cantoberon – Roma
Redazione Suono –
Grande musica made in Italy
– Recensioni
Mario Crispi – Arenaria – Suono records – SR 003
E’ con grande piacere che vi segnalo questo album di Mario Crispi, con la speranza che non si alzi il solone di turno ad obiettare:”Ma questo non è jazz”. E chi se ne frega: si tratta di un disco di notevole livello, originale, denso di idee, ottimamente strutturato ed altrettanto ben eseguito che credo anche gli appassionati di jazz gradiranno non poco.
Mario Crispi è musicista ben noto essendo stato, tra l’altro, fondatore degli Agricantus, uno dei migliori gruppi della world music italiana. Musicista “onnivoro” nel senso migliore del termine, Crispi ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo sedimentando una serie di conoscenze che lo portano ad una concezione della musica “aperta”, insofferente di qualsivoglia schematismo od etichetta.
E questo album ne è la riprova: Mario parte dalla sua terra, da quella Sicilia così ricca di mistero e di fascino, per innervare la sua musica con una serie di stimoli che provengono da mondi e situazioni i più diversi tra loro. Ad unificarli c’è la grande sagacia del musicista che per raggiungere i suoi obiettivi di immediatezza e reale sincerità espressiva ha usato tecniche compositive, interpretative e di registrazione affatto inusuali.
Innanzitutto le registrazioni sono state effettuate con uno studio portatile in giro per la Sicilia in luoghi di particolare interesse acustico ed evocativo come “le grotte della Gurfah di Alia” (meglio conosciute in loco come le grotte saracene) , “la tomba del Principe” a Sant’Angelo Muxaro del VII secolo A.C. o ancora il celebre mercato ittico di Palermo.
Per quanto concerne le tecniche compositive ed interpretative, Crispi si rifà ad alcuni stilemi propri della tradizione orale della Sicilia occidentale come il “canto alla carrettiera” e soprattutto quel “cunto palermitano” che si utilizzava per narrare le gesta dei paladini di Francia: nell’album viene riscoperto per il brano “Cuntu ri Guerra” che descrive, con grande intensità emotiva, un quotidiano fatto di guerra e di fuga; alla perfetta riuscita del brano contribuisce non poco l’improvvisazione al pianoforte di Salvatore Bonafede, altro straordinario musicista (jazz) siciliano che non ha ancora ottenuto i riconoscimenti che gli spettano.
E così ogni brano meriterebbe una citazione per i significati che racchiude, le storie che racconta. Ma forse è meglio fermarsi qui e lasciare all’ascoltatore il gusto avvincente della scoperta.
Rosario Pantaleo –
L’isola della Musica Italiana
Mario Crispi
Arenaria
Non siamo più abituati ai suoni proposti da Mario Crispi, che in “Arenaria” – il suo ultimo lavoro – ci accompagna in terre sonore sconosciute o, comunque, poco frequentate. “Arenaria” non è un album facile, così come non lo era il suo predecessore “Soffi”, così come non è facile porsi nell’ottica dell’artista siciliano che, da sempre, predilige la ricerca al facile approccio con la musica. Un lavoro proposto da Crispi, in veste solista oppure con gli Agricantus, richiede attenzione, meditazione, dedizione perché la musica, passata attraverso le intuizione del musicista palermitano non sono mai banali bensì un’esperienza sonora e culturale. Il suo non è solo un prodotto artistico, gradevole o meno, ma il risultato di una ricerca profonda nelle proprie radici ed anche nella necessità di trasformare queste radici in qualcosa di intelligibile, di condivisibile, anche con coloro che sono lontani dai suoni e dalla cultura proposti da Crispi. E così come ben aveva impressionato “Soffi” anche “Arenaria” lascia il segno trasportando l’ascoltatore, consapevole o meno, in un mondo pieno di suggestive fantasie, mai fini a se stesse ma profondamente radicate nella tradizione e nel passato della “terra madre”. Un album coraggioso “Arenaria”, un album che interroga chi lo ascolterà circa il senso di una ricerca spesso non compresa, talvolta giudicata snob, eppure necessaria ed importante per il mantenimento e per la diffusione di una cultura che aiuta ad osservare quanto ci unisce rispetto a quanto ci divide rispetto ad altre culture. Magari quelle a noi più prossime…
Rosario Pantaleo
Roberto Caselli –
IL GIORNALE DELLA MUSICA 06/09 dischi & media pag. 70
Ballando/Italia: Malìa di Sicilia
Mario Crispi – Arenaria – Suono Records
Pietra d’Aspra, il nome palermitano dell’arenaria, è una metafora della cultura isolana e della ricerca del polistrumentista Mario Crispi, mente sonora di Agricantus e avvezzo al rapporto dialettico tra respiro acustico dei fiati tradizionali, suoni d’ambiente e tecnologie di riproduzione sonora. Crispi ha scelto di esaltare singolarità e risposte acustiche di siti simbolici di Sicilia, registrandovi alcune sequenze ma lasciandosi ispirare dalla malia dei luoghi. Arenaria è un lavoro fatto di ponti sonori, d’incastri ritmici, melodici e timbrici, di reinvenzione di forme e stili musicali della Sicilia. Cruciali le collaborazioni di Maurizio Curcio allo stick, Massimo Laguardia ai tamburi a cornice, Giuseppe Lomeo alla chitarra ad arco ed Enzo Rao, la cui ricerca violinistica è della stessa lunghezza d’onda di quella di Crispi. Ci trovate il cunto e l’improvvisazione al piano di Salvatore Bonafede (”Cuntu ri guerra”, “Andatura” con voce e duduk); in “Gurfah” una melodia nubiana al clarinetto bicalamo arghoul si poggia su una ritmica di tammurriata e tarantella. Voci della compravendita del mercato ittico di Palermo confluiscono in “Cala”. Ma c’è tanto da scoprire nelle tredici tracce di questo disco di dense sedimentazioni sonore.
Roberto Caselli
Francesca Grispello –
Beat Bop a Lula
Mario Crispi – Arenaria
Suono Records, 2009
Ascoltare Arenaria, il nuovo disco di Mario Crispi è un dolce abbandono notturno. Il polistrumentista siciliano, noto per essere uno dei fondatori degli Agricantus, si cimenta nel secondo album solista dopo Soffi del 2000. Arenaria racconta il metodo e l’animo della ricerca dell’artista che, per registrazioni e influenze mediterranee, fonde con grazia la storia della sua terra, le esperienze dei suoi viaggi e la tecnologia.
Arenaria racconta il suono di una terra, e non è retorica, ma l’artista con una attrezzatura minima ha registrato i suoi brani in vari luoghi della trinacria, crocevia di culture. Le Grotte della Grufa, la Tomba del Principe, il Palazzo Mineo, Alcara Li Fusi, sono solo una parte delle location che Mario Crispi coinvolge per la carica acustica e ancestrale.
Il disco si apre con Cala e sono le ore 4.12 del mattino al mercato ittico di Palermo e ci immaginiamo l’odore e i gesti che si ripetono sempre uguali nel ritmo del lavoro, della vita e della morte dei giorni e del dialetto. Il cunto palermitano, strumenti come il dudukarmeno, capace di riprodurre il canto dei carrettieri di Bagheria che scopriamo in Carritterae non solo. Violino, sinth, fiati, voci, percussioni, tamburi ed elettronica creano incastri ritmici che conducono l’ascoltatore in un ambiente onirico lieve e suggestivo.
Complici essenziali sono Salvatore Bonafede, Maurizio Curcio, Massimo Laguardia, Giuseppe Lomeo e un brano improvvisato con il collettivo musicale FolkLab. 13 tracce da scoprire per le sedimentazioni che l’arenaria stessa contiene.
Francesca Grispello