Description
Dal 1983 al 1993 Agricantus svolse un’intensa attività concertistica in Europa rappresentando spesso la realtà musicale italiana in contesti internazionali di world music. Parallalamente al repertorio che in quegli anni la band portava sul palco, ovvero rivisitazioni di brani tratti dalla tradizione orale del Sud Italia oltre a composizioni originali ispirate ad una musica mediterranea molto ibrida, nacque l’esigenza di dedicare un progetto alla “musica d’autore” in lingua siciliana che la band chiamò Agave, in omaggio ad una pianta emblematica della Sicilia. Questo progetto ebbe come unica produzione l’album intitolato “Maavro” che in greco vuol dire nero, e che fu perfettamente in linea con il nome dato al progetto, la pianta agave, il cui destino naturale è quello di fare un’unica infiorescenza e poi morire. Il progetto infatti, dapprima realizzato in Sicilia e poi promosso anche oltralpe, ebbe poca vita, poichè non fu concepito come il primo disco degli Agricantus, bensì come un progetto “ex novo”, quando, in realtà, sarebbe invece dovuto essere il primo vero e proprio “concept album” della band. Col tempo il repertorio “Agave” venne infatti mescolato con quello “tradizionale” che Agricantus portava sui palchi di quel periodo. Successivamente a questa esperienza, il sound e il processo compositivo della band, si consolidò secondo alcuni connotati già presenti in “Maavro”, prima con la pubblicazione dell’album “Gnanzù!” del 1993 (dove la reinterpretazione dei brani di tradizione orale del Sud Italia ebbe una personalizzazione molto originale) e dopo qualche anno con la pubblicazione dell’EP “Viaggiari” (1995) e “Tuareg” (1996) che invece sancirono il “nuovo corso” della band che la rese famosa in tutto il mondo.
Otto brani composti dagli Agricantus negli anni ’80 per questo album dedicato ad una pianta simbolica della Sicilia: l’agave. Una musica d’autore in lingua siciliana dal sapore mediterraneo e a tratti ancestrale che mescola un sound elettoracustico con suoni etnici. Un suono definibile ancora “acustico” dove gli strumenti elettrici (basso e tastiere) si mescolano con fiati, percussioni, chitarre e plettri etnici (charango e mandolino)
Mario Crispi: flauto traverso, sax soprano, ciaramella, launeddas, duduk armeno, sikus, sax di bambù, synth
Mario Rivera: voce, basso elettrico, chitarra, voce
Toni Acquaviva: voce, batteria, percussioni, charango
Salvo Costumati: violino
Antonio Corrado: Chitarra 6 & 12 corde
contributi musicali di:
Massimo Laguardia: voce, percussioni
Salvo Siciliano: additional synth
Maurizio Maiorana: Effetti vocali, clarinetto Bb e clarinetto basso
Musica e arrangiamenti: Agricantus
testi: Toni Acquaviva
Produzione: Coop. Culturale Agricantus – Palermo – 1989 – Italia
Mario Sarica –
Suoni Mediterranei
25-28/07/1989
Milazzo – Teatro al Castello
Agàve si costituisce nel 1988 come maturale evoluzione del progetto musicale Agricantus.
Dal 1979 tale progetto ha unito diversi musicisti partendo da uno studio sulla cultura popolare latino-americana, seguito da un approfondimento di quella del Sud Italia, per arrivare ad una espressività musicale legata ad una originale idea di musica popolare, con influenze mediterranee, che ha lasciato gradualmente spazio a diversi progetti evolutivi tra i quali, appunto, il gruppo Agàve.
Caratteristiche fondamentali del progetto Agàve sono la fusione di elementi musicali che fanno parte del patrimonio culturale dei paesi dell’area mediterranea, con altre forme musicali come il jazz, il rock, etc…; l’uso della lingua siciliana nella composizione dei testi; il conseguente uso di strumenti musicali tradizionali (fiati e percussioni popolari) insieme ad altri di concezione moderna (sintetizzatori, basso elettrico, etc..).
Dal punto di vista dei musicisti che costituisco il progetto Agàave, esiste, inoltre, la volontà di scambiare e confrontare le proprie esperienze musicali e non, con altre realtà operanti nello stesso spazio musicale, ma in contesti sociali diversi.
Ciò è iniziato fin dal 1993, quando il gruppo Agricantus ha collaborato con ill percussionista lentinese Alfio Antico e continua adesso con il progetto Agàve che, attualmente, comprende nella sua formazione musicisti italiani che da tempo vivono e lavorano in Svizzera.
Questo tipo di confronti culturali-musicali, insieme con le esperienze internazionali, che dal 1984 al 1987, il gruppo Agricantus ha vissuto in paesi come Austria, Olanda, Germania proiettano sicuramente anche Agàave verso occasioni di riscontro europeo del proprio lavoro.
Mario Sarica
Roberto Caselli –
HiFolks – 01/07/1990
Bravi ma in breve
di Roberto Caselli
Agave è un ensemble di cinque musicisti siciliani
che con questo loro lavoro cercano di riproporre
suoni e colori mediterranei e forse più
precisamente una fusione delle tante influenze
che si sono alternate nella loro terra.
Fiaiti, corde e percussione si omogenizzano
in un suono caldo a volte dolce, a volte vigoroso
che sa di mare e di terra arsa, di passi cadenzati
nella calura di antiche leggende. Spesso alla
musica si accompagna un testo dialettale,
ma la vera suggestione è data proprio
dall’insieme strumentale che riesce a
creare atmosfere intatte di una tradizione
antichissima dal sapore di Medio Oriente,
di Africa e di sviluppo autoctono. R.C.